Scienza e Science Fiction

 


La scienza procede in modo complementare alla letteratura e alla filosofia. L’idea di una netta distinzione dei campi e delle culture è moderna, ed è in larga parte funzionale ai sistemi di trasmissione della cultura, e alle esigenze di specializzazione del nostro tempo.

D’altra parte proviamo a elencare le pratiche che caratterizzano il lavoro scientifico al giorno d’oggi e ci accorgiamo facilmente che corrispondono almeno nell’impianto a pratiche di natura letteraria:

> la scienza punta a dimostrare razionalmente che certe opzioni sono valide;

> immagina mondi;

> inventa nuove modalità dell’essere;

> trova modalità nascoste dell’essere, o in ogni caso il suo intervento modifica gli equilibri esistenti tra i fatti e spalanca scenari alternativi.

Fino a qui ci si potrebbe confondere: si sta parlando di scienza o di letteratura fantascientifica?

È pur vero che dobbiamo per completezza aggiungere almeno un altro atteggiamento che sembra a prima vista più specifico ed esclusivo della scienza:

> è formulata in un linguaggio sempre più iniziatico, tanto che talvolta lo scienziato si veste dell’aura dell’oracolo.

Sentire un gruppo di scienziati che parla di teoria quantistica è certo una esperienza divertente per il non addetto ai lavori, e può apparire d’altra parte non molto dissimile ad una libera conversazione a un congresso di scrittori di fantascienza. 

Quindi non si può negare che fra le due dimensioni vi sia una certa facile affinità di fatto. Per quanto sia gli uni che gli altri si affannerebbero a negarla. E d’altra parte non può che essere così perché in fondo il termine stesso è rivelatore: nel momento in cui fissa una connessione si preoccupa di separarla, perché, è inutile negarlo: in fondo Science – Fiction è un ossimoro!

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